Forse, passeggiando per Milano quotidianamente, andando al lavoro, anche nelle più fredde giornate invernali, non avete notato di far parte di un gigantesco set cinematografico. Per molti è così, percorrono viali e sostano su piazze che fanno parte della storia del cinema nostrano senza saperlo.
Già, perché il legame tra il capoluogo meneghino e il cinema italiano è qualcosa di attualmente molto forte e che trova le sue origini in tempi remoti e non troppo sospetti.
Infatti è possibile ritrovare l’anima e la storia della città all’interno di molte pellicole cinematografiche che hanno scelto il capoluogo lombardo come location ideale. Milano infatti è il luogo delle vicende di Yuppies, la meta sognata da Il ragazzo di Campagna, il luogo dello stadio dei sogni in diverse pellicole di Abatantuono e non solo.
A un primo sguardo distratto, la città di Milano con tutti i suoi luoghi caratteristici potrà non sembrare troppo interessante come la trasognante realtà di Brooklyn, potrà essere meno affascinante di Parigi, della Senna e dei suoi ponti. A qualcuno Milano sembra essere ancora troppo poco millenaria se la si paragona a Roma l’eterna, ma in realtà la città del Duomo ha un fascino tutto suo, molto vicino e reale, capace di annullare le distanze, davanti al Grande Schermo, con lo spettatore.
Milano, un set cinematografico concreto e vicino
Sa restare in disparte quando le viene richiesto per diventare protagonista ed esplodere, ad esempio, nel periodo delle feste. Milano nel cinema sa essere protagonista come comparsa.
Basti pensare al film di Monicelli girato nel 1974, cioè Romanzo Popolare, dove i protagonisti erano l’istrionico Ugo Tognazzi, nei panni di Giulio Blasetti, qui in una una delle sue migliori interpretazioni di sempre e Ornella Muti, nel ruolo di Vincenzina, davvero splendida. La trama della pellicola è semplice: il geloso Giulio nutre più di un sospetto, teme che la sua bellissima e giovane moglie, la Vincenzina, lo tradisca. Inizia così a seguirla, a pedinarla, arrivando a camuffarsi grottescamente con occhiali e baffi finti, alla Groucho Marx, in una delle sequenze più iconiche di sempre del rapporto tra Milano e il Cinema. L’altrove esotico perde consistenza e diventa realtà, così la sequenza del pedinamento in costume diventa reale, concreta, e permette di riconoscere piazza Cinque Giornate.
Lo spettatore, da prima trasportato in un luogo alieno, vede la gelosia di Giulio, trascendere, trasformarsi, arrivando a farsi “concreta” con tanto di baffi e occhiali in un luogo che ora gli è sicuramente familiare, se vive, lavora o se è passato da Milano almeno una volta nella vita.
Adesso è ben comprensibile la necessità di dedicare una mostra al rapporto che esiste tra Milano e l’arte cinematografica, che spesso e volentieri ha scelto questa città come suo luogo dei sogni.